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N°7

LA RICERCA DELL’INFELICITA’ (III parte)

 

Base dei Vendicatori, anni fa.

 

<Ok Vendicatori, per oggi può bastare! Rompete le righe!> disse Capitan America, sorridendo.

<Aaaah finalmente...> esclamò Scarlet. Le sessioni d’allenamento tenute dal Capitano erano estenuanti, e lui pretendeva concentrazione totale nell’apprendere tutte quelle manovre di combattimento.

<Dovete impararle a memoria perché sul campo di battaglia...>

<...”Un’esitazione può risultare fatale  l’hai già detto duemila volte, Testa alata. Non fai che ripeterti. Dev’essere la senilità...> lo interruppe Occhio di Falco, togliendosi la maschera e tirandosela indietro sul collo.

<Sentite ragazzi> disse poi ai suoi due compagni di squadra <Perché non ci togliamo questi costumi da carnevale e ci fiondiamo al cinema? È uscito “Le due Torri.> (1)

<Una buona idea> disse Scarlet <Sentivo il bisogno di una serata libera.>

<Già> aggiunse suo fratello Quicksilver <Ogni tanto ne azzecchi una anche tu, Barton.>

Falco ignorò la battuta del mutante e prosegui:

<Bene. All’”Odeon” dovrebbe incominciare per le otto. Possiamo mangiare un boccone per strada e...>

<Aspetta Occhio di Falco>  stavolta fu Cap a interrompere l’arciere <Tu non hai ancora finito.>

<COSA? Andiamo, Cap... anche oggi? Hai sentito quello che ho detto? Esce il seguito de “Il Signore degli Anelli” ed io non voglio perdermelo! So che ai tuoi tempi i film erano in bianco e nero, ma...>

<Andrai a vedere lo spettacolo successivo. Lo sai che dopo ogni allenamento ti spetta una seduta supplementare di combattimento corpo a corpo.>

<Ah! Becca, Robin Hood! Devi andare a ripetizioni!> disse Quicksilver, sfottendo.

<Dai Pietro, piantala. Non infierire...> gli disse sua sorella Wanda.

<Oh ma che palle! Perché ti accanisci con me ogni volta? Ti ricordo qualcuno che ti pestava da piccolo e adesso vuoi vendicarti?>

<Chi mi pestava da piccolo ora è in un ospizio o al cimitero, con qualcuno dovrò pur rifarmi...> rispose con ironia Cap, poi riprese:

<Seriamente Clint, Pietro e Wanda possono contare sui loro poteri naturali, tu invece solo sul il tuo arco e le tue frecce truccate. Devi imparare a difenderti anche senza.>

<Amico, ne ho abbastanza delle tue arie da professore! Le mie frecce sono più che sufficienti! Mi hai mai visto sbagliare un colpo?>

<Ci risiaaaaamooooo...> sbuffò Wanda.

<No Occhio di Falco, non ti ho mai visto sbagliare. E mi sta bene che continui a pavoneggiarti in questo modo, così il nemico penserà che la faretra sia la tua unica risorsa, e ti crederà indifeso senza di essa... e invece li sorprenderai. Sarà la tua arma segreta!>

<Io ho questi, hai capito?> disse Falco mostrando i pugni <Faccio a cazzotti da quand’ero un ragazzino e non mi sono mai tirato indietro! Chi mi si farà sotto avrà pane per i suoi denti!>

<D’accordo allora, facciamo così: tu prova a colpirmi. Se anche un solo pugno andrà a segno mi convincerò che non necessiti di ulteriore addestramento.>

<Davvero? Niente più allenamenti?>

<Hai la mia parola.>

<Oh, questa proprio non voglio perdermela...> sogghignò Pietro.

 <Ok vecchio rudere... te la sei cercata!> Clint fece partire un jab sinistro ma andò a vuoto. Seguì un gancio destro e due montanti, ma Cap li schivò facilmente, muovendosi di scatto con il tronco.

<Finito il riscaldamento?> lo schernì.

Falco perse le staffe e si fece più aggressivo, tirando di destro e di sinistro, digrignando i denti per lo sforzo, ma il risultato non cambiò e il Capitano continuava a essere un bersaglio inavvicinabile per lui.

<Puoi usare anche le gambe, sai...> lo riprese. Allora Falco cercò di cancellargli quell’espressione divertita dal volto con un calcio alto ma Cap gli bloccò la caviglia a mezz’aria e dandogli un calcetto alla gamba d’appoggio lo mandò con le chiappe per terra, facendogli fare un tonfo.

<AH AH AH AH AH AH AH!! Dio che botta!> rise fragorosamente Quicksilver. Anche sua sorella non poté trattenersi dal sorridere.

Cap gli piazzò un piede sul petto, bloccandolo a terra. Poi si piegò sul ginocchio, avvicinandosi al viso di Clint e fissandolo negli occhi.

<Abbiamo molto da lavorare Mr boccalarga. Seguimi sul tatami, IMMEDIATAMENTE.>

Cap tolse il piede e andò a prendere posizione. I gemelli Maximoff uscirono dalla stanza e Clint rimase per qualche secondo seduto sul pavimento, dandosi dell’idiota da solo.

 

Parcheggio del centro commerciale Crazy Duke, Soho. Ora.

 

Occhio di Falco si riprese dalla batosta ricevuta qualche ora prima. Il braccio destro aveva ripreso a funzionare ed era tutto un dolore, ma era l’orgoglio a dolergli maggiormente. Stava seduto sul freddo marciapiede e ripensava a quel vecchio episodio avvenuto nella palestra dei Vendicatori parecchi anni prima. Era agli inizi allora e quella con Cap fu l’ultima volta che qualcuno lo umiliò così... fino a oggi. Quella ragazza sapeva il fatto suo, questo è certo, ma lui aveva fatto troppo affidamento sull’arco, ecco perché era stato battuto. Cap l’aveva previsto anni fa.

<Dio che nervi... ma come faceva quell’uomo ad avere sempre ragione? A modo suo sapeva essere veramente irritante...> pensò.

Stiracchiò dolorosamente il braccio, poi andò a recuperare il suo arco e la sua moto e se ne tornò a casa. Una volta nel suo appartamento si tolse il costume e andò nel bagno. Aprì il rubinetto della doccia e mentre l’acqua si scaldava riempiendo di vapore la stanza lui fissò il suo riflesso allo specchio, guardandosi i lividi e le abrasioni sul volto. Era una fortuna che Jessica non fosse lì a vederlo, si sarebbe spaventata. Tirò un pugno sul muro, in segno di frustrazione. Aveva fatto la figura dell’idiota e s’era fatto scappare il suo obiettivo. Ore e ore di lavoro mandate in fumo per aver compiuto gli errori più stupidi che si possono fare in questo campo, sottovalutare il proprio avversario ed essere troppo sicuri di se.

<Fanculo. Non si ripeterà più. Il prossimo round sarà il mio, pupa.> disse infilandosi sotto lo scroscio d’acqua bollente.

 

Accademia di Taskmaster, in un luogo segreto.

 

All’interno dell’enorme piscina olimpionica, completamente svuotata, stavano in piedi una ventina di uomini di diversa etnia e nazionalità, tutti con la stazza di giocatori di football. Erano scalzi e a petto nudo.

Udirono una voce provenire dall’alto, e tutti alzarono il capo verso il bordo della piscina.

<Signori.... benvenuti. Complimenti a ognuno di voi per aver superato ogni prova finora. Quest’oggi vi aspetta il vostro esame finale. Come sapete, i migliori allievi dell’accademia di Taskmaster offriranno i propri servizi al miglior offerente e credetemi, le offerte di lavoro non mancano... e i quattrini neppure. Ma solo i migliori saranno selezionati e, dato che quest’accademia prende il mio nome, non potete farmi fare brutte figure...  capite, sarebbe cattiva pubblicità. Dunque abbiamo innalzato il livello di difficoltà delle selezioni...> fece un gesto con la mano e i suoi servitori tolsero la scaletta dalla piscina.

<Quelli di voi che usciranno indenni da questa vasca si diplomeranno e cominceranno una brillante carriera nel mondo della malavita mercenaria. Per gli altri beh.... non diamo la medaglia d’argento, qui. Vi conviene impegnarvi davvero, quindi.> alzò le mani in segno di saluto.

<Signori.. quando volete!> poi se ne andò voltandosi, facendo sventolare il mantello bianco, e dalla piscina s’innalzò un boato animale. Taskmaster raggiunse Tagliagole e Hood nella sala riunione.

<Allora Daniel, per quell’affare sulla West Coast?>

<S’è trattato di una bufala. Sono andato al “Memphis” e ho aspettato per più di un’ora, ma non s’è presentato nessuno. Neppure la sorda. Ho provato a chiamare al numero di quel Malloy, ma è sempre staccato e non riesco a rintracciarlo.>

<La sorda non è venuta?> chiese Hood.

<No, neanche lei. Son passato da casa ma non vi è traccia. La vicina dice che non la vede dall’altro ieri. Anche la Lucky Bar non sanno nulla.>

<Mmmmm... la cosa è sospetta.>

<Già> aggiunse Taskmaster <Non è da lei sparire così. Spargete la voce, voglio che venga trovata.>

<Per me le cose stanno così> intervenne nuovamente Hood <O quello che volevano seccare li ha beccati per prima, oppure quel tale che non te l’ha raccontata giusta.>

<Gli conviene essere morto> disse Tagliagole estraendo un pugnale dal fodero <Perché se mi ha preso in giro, giuro che lo scuoio vivo!>

 

Base dei Vendicatori, il giorno dopo.

 

Natasha Romanoff, alias la bella e letale Vedova Nera, varcò i cancelli della base. Era da un po’ che mancava e ci tornava volentieri; sebbene non lo dicesse apertamente si sentiva fiera di far parte degli “Eroi più potenti della Terra”. Era stata contattata tramite la sua tessera di Vendicatore dal suo ex amante, e si chiedeva cos’è che volesse da lei Occhio di Falco che nessun altro membro del gruppo poteva dargli. L’impeccabile Jarvis l’accolse all’ingresso.

<Salve miss Romanoff, bentornata. La sua presenza è sempre un piacere.>

<Jarvis.... troppo tempo.> disse lei abbracciandolo.

<Padron Falco l’attende in palestra. Mi ha detto di accompagnarla lì non appena fosse arrivata. Faccio strada.> Durante il tragitto la Vedova Nera pensò ai molteplici ricordi che le foto appese ai muri le suscitavano. Raggiunsero Falco nella palestra, mentre si allenava al sacco.

<’Tasha! Sei arrivata!>

<Ciao Clint. Ero in città.> i due si abbracciarono dolcemente. Erano stati legati da una travolgente passione, ma nel corso degli anni i due trasformarono quel sentimento in una bella amicizia.

<Che hai fatto alla faccia?> chiese lei.

<E’ per questo che ti ho fatto venire. Stavo seguendo una pista che mi ha portato a incrociare la strada di questa tipa... si muoveva come te, ‘Tasha. Era una molla, non so se mi spiego, e...>

<Ti ha fatto il culo, eh?>

<Precisamente. Vedi, quando Cap... il vecchio Cap intendo, era in squadra, spesso ci allenavamo insieme. E a L.A. mi tenevo in allenamento con Bobbi... ma adesso è da un po’ che sono fuori allenamento. Anni di tiro con l’arco mi hanno abituato a occuparmi di avversari a lunga distanza, sono un po’ arrugginito nel corpo a corpo. Quindi pensavo se potessi farmi da sparring per un paio di riprese.>

<Capisco. Da quel che mi hai detto quella è una tipa tosta.>

<Diavolo, si! Mi ha colpito sotto l’ascella e il braccio ha smesso di funzionare.>

<Uuuuh gioca sporco...interessante. Dai, mi metto qualcosa di più comodo e cominciamo.>

Dopo aver indossato la sua sexy tuta nera attillata la Vedova Nera si mise all’opera.

<Va bene Clint, in guardia!> passò immediatamente all’attacco, piazzandogli un calcio allo sterno, che però Falco deviò parandolo con l’avambraccio. Fece la stessa cosa con i due colpi successivi diretti al volto.

Poi i ruoli s’invertirono e fu Clint che cercò di mandarla al tappeto con due montanti, che la donna evitò senza sforzo. Gli bloccò il polso e lo stese facendogli perdere l’equilibrio colpendolo alle gambe.

<Ok, stop. Ho capito come stanno le cose. Clint, non sei arrugginito e i tuoi riflessi sono eccezionali come sempre. Il problema è un’altro.>

<E sarebbe?>

<Ti trattieni. Abbassi la guardia. Penso che inconsciamente tu abbia paura di colpire una donna, di poterla ferire. Non so a cosa ti sia successo, ma devi superarla: di questa tua debolezza le tue avversarie ne approfitteranno, stanne certo.>

Clint sapeva a cosa era dovuto. La storia di Belinda aveva lasciato ferite profonde nel suo animo, e adesso rischiavano di ripercuotersi nel suo lavoro.

<Hai nominato Cap, prima. Beh, sappi che lo stesso uomo che arrossiva come un ragazzino quando mi vedeva prendere il sole in topless mi mollava certi cazzotti da lasciarmi i lividi quando ci allenavamo, e sai perché?>

<Per insegnarti un po’ di pudore?>

<No simpaticone... perché quell’uomo era un professionista. Sapeva scindere i propri sentimenti dal lavoro. Clint, le donne nel nostro giro possono essere letali quanto gli uomini. Non puoi permetterti di fare il galantuomo. Può costarti la vita, capisci?>

<Cosa suggerisci, a sto punto?>

<Semplice: fare pratica. Resterò qui per questa settimana e ci sottoporremo ad un intenso allenamento. Devi abituarti a colpire duramente e a non pensare al mio sesso. E per farlo la prima cosa sarà piantarla mi fissare il mio seno.>

<Uh si scusami... è quel parlare di topless mi ha riportato in mente vecchi ricordi....>

<Non sei qui per... ricordare. Sei qui per batterti. Allora, vogliamo riprendere?

 

***

<Molto bene Clint. Adesso ci siamo. Vedi, solitamente quando un uomo affronta in combattimento una donna cerca sempre di far valere la maggiore forza fisica. Punta principalmente sulla potenza, capisci, così che a noi devochki siamo obbligate ad evitarvi, ballandovi intorno, facendovi stancare per voi bam! Colpirmi all’improvviso.>

<Schiva e colpisci, afferrato. Lo faccio anch’io quando affronto bestioni come Mr. Hyde. Se quel figlio di buona donna riesce a metterti le mani addosso ti riduce ad un hamburger.>

<Da. E’ la stessa cosa. Inoltre questa tipa gioca sporco, devi evitare che ti colpisca troppe volte. Dovrai cambiare strategia ed essere tu a girarle attorno.>

<No problema. Dai, ricominciamo.>      

E così nei giorni seguenti passarono molte ore a scambiarsi colpi su colpi: Era insolito per lui, dopo aver addestrato i Vendicatori dei Grandi Laghi, i T -Bolts e oggi la giovane Kate, passare dal fare l’insegnate a essere allievo,  ma di Clint Barton si poteva tutto tranne che non fosse un tipo sveglio e che non imparasse alla svelta. Ben presto superò il suo blocco psicologico e la Vedova si ritrovò dei bei lividi in tutto il corpo. La settimana passò in fretta.

<Va bene adesso sei pronto. Sono certo che te la caverai.>

<Ti sono debitore, ‘Tasha. Grazie. Se ti serve un favore di qualunque genere non esitare a chiamarmi.>

<Non dirlo neppure. Sai,  ho parlato con gli altri... mi hanno detto di cosa ha fatto Demonicus, di quelle ragazze con l’aspetto di Bobbi. Mi dispiace davvero tanto.>

Il viso di Falco assunse un’espressione triste.

<E’proprio per questo che le sto dando la caccia. E quando la prenderò giuro che gliela farò pagare.>

<Mollagliene una anche da parte mia> e lo abbracciò. Nello stesso momento passarono di lì Songbird e Wasp.

<Beh che succede? Ritorno di fiamma tra quei due?>

<Non saprei Jan. Clint dice sempre che...>

<AEHM!> Jarvis si schiarì la voce <Credo sia il caso di toglierci di qui, signore. Qualcuno potrebbe pensare che steste origliando.>

<Ma come ti viene in mente, Jarv?> disse Melissa, mentre le due ragazze si allontanavano.

 

Nessuno sapeva nulla di Maya da giorni. Ma Clint anzi “Terry Malloy” sapeva chi poteva rintracciarla. Si recò al Lucky Bar e parlò col proprietario. Gli disse che voleva sfidare la sorda in combattimento, che poteva batterla, e che era pronto a scommetterci un bel mucchio di bigliettoni. Il barista fece circolare la voce, che Maya lesse dalle labbra di un tale che conosceva, e ben presto nel giro dei combattimenti clandestini non si parlò d’altro. C’era un casino di gente, nello scantinato del bar quella sera. Maya si presentò sul ring con la consueta tenuta, aspettando il suo rivale si facesse vivo. Questi non tardò ad arrivare: cappellino da baseball, felpa col cappuccio, un aspetto anonimo. Quando però si levò la tenuta e mostrò un fisico scultorio, il pubblico emise un boato. Quei muscoli e lo sguardo freddo e determinato avevano acceso l’entusiasmo degli scommettitori. Quando “Malloy” salì sul ring Maya riconobbe dal taglio del mento chi aveva di fronte. I loro sguardi s’incrociarono.

Maya era arrabbiata per essere caduta nuovamente in un suo tranello.

Clint ardeva dalla voglia di prendersi la rivincita per la batosta subita la volta scorsa.

 

Quando l’allibratore diede il via all’incontro furono subito scintille tra i due. Seguendo i suggerimenti di Natasha Clint all’inizio le girava intorno colpendola con dei veloci jab al volto, non particolarmente forti ma abbastanza da innervosire la donna, poi cambiò ritmo e con fingendo di colpirla al viso le fece scoprire il ventre  la colpì allo stomaco e appena si piegò in avanti la stese con un gancio allo zigomo. Maya andò al tappeto e in tutto lo scantinato si levò un boato: di gioia da parte di chi aveva scommesso contro, di rimpianto chi aveva puntato su di lei. Mentre la donna si rialzava Clint non infierì, dandole il tempo di rimettersi in piedi. Questa indulgenza irritò la donna, che passò all’attacco e come la volta scorsa Clint ne parava i colpi. Maya finse di attaccare al volto, poi invece colpì all’addome e poi allo zigomo, ripetendo perfettamente la finta eseguita poco prima da Barton e ristabilendo la parità per quel che riguardava gli atterramenti. Non appena il suo avversario fu in piedi lei gli fu addosso, chiudendoli all’angolo e colpendolo al ventre. Clint si esibì in una prova di forza e resistenza, contraendo gli addominali e invitando la donna a colpire proprio lì, come a dire “non mi fai nulla”, poi la colpì alla mascella con un destro tremendo. Maya Lopez andò al tappeto per la seconda volta nel giro di pochi minuti. Non era mai successo. Non appena lui le si avvicinò però approfittò della sua posizione supina per colpirlo alle gambe, facendogli perdere l’equilibrio;  una volta a terra Cint capì che stava cercando di ripetere la stessa mossa soffocante usata contro il russo nel primo combattimento che le vide fare, e con un gesto acrobatico si rimise in piedi. Non appena anche la donna fu in posizione verticale Clint iniziò a giocare “sporco”, colpendola con una violenta ginocchiata al ventre che piegò in due la donna.

<Questo è per Bobbi...> le disse, prima di metterla definitivamente K.O. con un colpo al viso, proprio come fece lei in quel parcheggio più di una settimana fa.

L’outsider trionfò sulla superfavorita. Chi puntò su quel biondino sconosciuto incassò una bella cifra, quella sera.

<La porto all’ospedale. Qualche problema?> Nessuno osò rispondergli, Clint prese la ragazza priva di sensi e se la caricò sulla spalla, portandosela con sé.

 

***

 

Una secchiata d’acqua gelida riportò Maya alla realtà. Aveva i polsi e le caviglie legate.

<Ben alzata, tesoro.> Falco era in piedi davanti a lei, con addosso il suo costume.

<D-dove siamo?> chiese, gocciolante.

<Questo era il covo dei “War Dogs”, dei miei vecchi amici. Qui non verrà a disturbarci nessuno>.

<Che cosa vuoi?>

<Le stesse cose che volevo l’altro giorno, quando mi hai simpaticamente paralizzato il braccio. Voglio Taskmaster, Tagliagole e tutta la loro banda di farabutti>,

<Fottiti>.

<Stammi a sentire Maya.... o meglio, fissa bene le mie labbra. Io non so come ci sei finita in questo giro ma ti ho osservata in questi giorni, ed è chiaro che non ci stai bene. Ti sai battere, ma non sei un’assassina. Come puoi allora lavorare per quei pazzi maniaci?>

La frase di Falco fu una coltellata per lei.

<Io non faccio del male a nessuno. Sono un insegnante di arti marziali. Mi portano gli allievi e mi pagano profumatamente per insegnare loro. Non faccio domande a loro e loro non ne fanno a me>.

<Dì ma non la senti la puzza delle tue stronzate? Sono criminali! Stai aiutando un’organizzazione criminale!>

<Charles Withman e Lee Harvey Oswald (2) hanno prestato entrambi servizio nei Marine, ma non puoi certo accusare le forze armate degli Stati Uniti per i loro omicidi!> ma sapeva anche lei che era una scusa. In cuor aveva sempre avuto il sospetto delle reali attività dell’organizzazione.

<Cosa ti tiene legata a loro? Soldi? Ti ricattano?>

<Ho visto Taskmaster una volta sola. Mi ha salvato la vita e sono in debito con lui.>

<Dunque è per questo che addestri gente per conto suo?> lei annuì.

Occhio di Falco prese la maschera di Mimo che portava con sé e gliela lanciò ai piedi.

<Sai a chi apparteneva quella?>

<...Si>.

<Qualche settimana fa in rete sono apparsi alcuni video in cui alcune ragazze vestite come lei, che si muovevano come lei, che sono state brutalmente uccise. Forse tu non eri lì a colpire quelle donne, ma per quel che mi riguarda sei complice delle loro morti. Sei stata tu ad addestrarle, lo so. Quello che forse non sai è che io e la Mimo originale eravamo molto intimi, e quindi questa faccenda mi tocca molto da vicino.>

Maya si mostrò fredda e indifferente a quelle parole, ma non era così.

<Anche volendo non potrei aiutarti. Non sono mai io ad andare ma sono loro a contattarmi. Sei entrato a casa mia e hai maneggiato il mio computer, lo sai che è così.>

<Sì ma ci sarà pure un modo per....>

La loro conversazione fu interrotta dal rumore delle finestre infrante, dalle quali fecero la loro entrata Tagliagole e sei dei suoi uomini, vestiti con tute nere e armati di pugnali.

<Prendetelo!> Ordinò Tagliagole, mentre correva in soccorso di Maya, liberandola dalle corde grazie alla lama del suo coltello.

<C’è uno dei nostri che ti aspetta qua fuori col motore acceso. Vai!>

Maya restò impietrita per qualche secondo, guardando Occhio di Falco che affrontava in combattimento i suoi aggressori.

<VAI!> gridò ancor più forte Tagliagole, assicurandosi che la donna gli leggesse le labbra.

Maya uscì dall’edificio, mentre Occhio di Falco, si chiedeva come avessero fatto a trovarli. Non immaginava che il proprietario del Lucky Bar avesse dato anche a Daniel informazioni su Maya, e che il loro incontro fosse stato seguito da uno dei suoi uomini. Mettendo mano alla sua fornitissima faretra, prese alcune frecce e cominciò a scagliarle con una rapidità sorprendente verso i suoi bersagli: a contatto con questi dalle punte fuoriusciva una sostanza fluida nera come la pece che ne copriva completamente il volto; permetteva la respirazione, ma impediva agli sgherri di vedere, privandoli della vista. Il vantaggio numerico era dunque annullato e Falco cominciò a colpirli con forza, approfittando della loro momentanea cecità, ma mentre atterrava l’ultimo di loro un pugnale sibilò nell’aria e colpì il suo arco, facendoglielo cadere di mano. Naturalmente fu Tagliagole a lasciarglielo, e subito dopo si avventò su di lui armato di un grosso e affilato machete. Falco evitò il fendente, che però tagliò la tracolla rinforzata della sua faretra, lasciandolo completamente disarmato ad affrontare con così agguerrito rivale.

<Finalmente ci incontriamo, Daniel...>

<Già “Terry”... ammesso che questo sia il tuo nome. Stavolta ti sei messo sulle tracce delle persone sbagliate, arciere: era meglio se continuavi a giocare agli alieni con i tuoi amici Vendicatori... qui nei bassifondi non ci piacciono i ficcanaso. Ora vediamo come te la cavi senza le tue frecce truccate...>

<L’ultimo idiota che ha fatto un’affermazione del genere è finito in gabbia... e guarda caso che eravamo proprio qui quando l’ho riempito di botte!>

Emettendo un urlo Tagliagole gli corse incontro brandendo il suo machete, ma il Vendicatore non aveva per nulla voglia di fare la fine del tacchino del giorno del ringraziamento e grazie ai suoi riflessi e alla sua straordinaria agilità (doti recentemente affinate grazie all’allenamento con la Vedova Nera) schivò agevolmente gli affondi e i fendenti dell’uomo incappucciato.

<Balla, balla... non puoi continuare all’infinito, è questione di attimi a sarai mio!>

<Sai Danny, il verde è un colore che detesto... e questo cappuccio è davvero stupido!> e lo colpì con forza al polso, disarmandolo, poi con un jab sinistro al viso. Il colpo lo lasciò stordito e Falco ne approfittò per infierire affondando con gancio destro, che lo stese a terra.

<Sei senza armi adesso. Coraggio bello, vediamocela da uomini...> e gli fece segno di alzarsi in piedi.

<Io non sono mai disarmato...> con uno scatto dalla punta dello stivale spuntò una lama che, con un calcio, Tagliagole piantò nel polpaccio di Occhio di Falco.

<AAAAAAAARGH! FIGLIO DI....> L’arciere si piegò all’indietro per il forte dolore e il killer gli fu addosso; dal guanto tirò fuori uno stiletto con il quale tentava di eseguire sul collo del Vendicatore quel colpo che gli valse il suo nome da battaglia, ma facendo appello a tutta la sua forza Clint gli afferrò il polso impedendo alla lama di avvicinarsi alla sua carotide. Clint era decisamente più forte, ma un po’ per il dolore un po’ per la spinta e la foga del suo aggressore non riusciva ad avere la meglio, d’altra parte l’adrenalina e l’eccitazione davano a Daniel Leighton un insolito vigore: era a pochi centimetri dal fare la pelle a un famoso Vendicatore, cosa non successa mai a nessuno e la sua fama di killer sarebbe schizzata alle stelle. Erano ad uno stallo, quando, emettendo un rumore metallico, un tubo colpì alla nuca Tagliagole, mandandolo K.O  e salvando la vita a Occhio di Falco. A sferrare il colpo fu Maya Lopez, tornata sul posto. Falco si scrollò di dosso il corpo privo di sensi del suo avversario.

<Perché l’hai fatto?>

<E’ come hai detto tu, io non sono un’assassina. Non ho mai ammazzato nessuno. Le tue parole di prima... forse hai ragione, io non sarei dovuta stare dalla loro... Io...> ma non terminò la frase. Non sapeva cosa più cos’altro dire.

<Non tentare di seguirmi. Con quel polpaccio non ce la puoi fare.>

<Aspetta! Non andartene così! Ora daranno la caccia anche a te! Vieni con me alla base dei Vendicatori. Noi ti proteggeremo e tu ci darai una mano a fermarli definitivamente...>

<Io non ho bisogno di protezione...> e così dicendo, se ne andò.

 

Contrariamente al solito, Falco non aspettò l’arrivo della polizia, si perse dunque l’arresto di Daniel Leighton e i suoi uomini. Poco più tardi, un affaticato Clint Barton, zoppicante a causa della ferita,  saliva le scale del palazzo dove abitava. Davanti alla porta del suo appartamento vide Kate Bishop che si apprestava a bussare.

<Ah sei lì. Ero passata per sapere come mai avevi sospeso gli allenamenti.... Dio santo, ma che hai fatto alla gamba? Stai zoppicando!>

<Non t’allarmare che non è niente, è solo un taglietto. Ne ho passate di peggio>.

<Come no... piantala di fare il macho e stenditi sul divano. Prendo l’acqua ossigenata e ti metto i punti. Ho fatto un corso da infermiera la scorsa estate>

<A diciassette anni? Ma non hai un hobby normale come tutte le altre ragazze?>

<Fatti gli affari tuoi e togliti quei pantaloni luridi>

Mentre Clint stava sdraiato a pancia in giù Kate gli cuciva il taglio.

<AHIA! E fa piano!>

<”Non è niente, è solo un taglietto.... ho visto di peggio....” prima ti atteggi a Rambo e ora frigni per un paio di punti?>

<Ma se hai le mani da camionista! Fa piano maledizione... sei una macellaia!>

<Seee, tutti uguali voi maschi! Neanche dovreste farvi la ceretta tutti i giorni... vorrei vedervi alle prese con i dolori del ciclo, a voi superfusti!>

Clint sorrise <Anche Bobbi diceva la stessa cosa...>

<Come te lo sei procurato?>

<E’ proprio di questo che ti volevo parlare...  ma prima dimmi una cosa: sai come rintracciare la tua amica Maya Lopez?>

<Maya?> Kate s’irrigidì <E’ stata lei a farti questo?>

<No, no... non è stata lei, però ascolta: l’uomo che mi ha fatto questo lavora per un’organizzazione molto pericolosa e potrebbe darle la caccia. Ho bisogno di sapere dove può essersi andata a nascondere. Non sai dirmi nulla che può essermi d’aiuto?>

<No> gli disse lei. Ma mentì. Un sospetto di dove Maya poteva essersi nascosta ce l’aveva eccome, ma non lo condivise con Clint.

 

In un luogo segreto

 

<Ehi Task, hai sentito?> chiese Hood.

<A cosa alludi?>

<Tagliagole e i suoi. Gli sbirri li hanno presi. Pare che Occhio di Falco li abbia beccati e - senti questa - la sorda lo abbia aiutato>.

<La sorda?> chiese incredulo.

<Già. Dobbiamo stenderla, Task. Ci ha venduti a quel Vendicatore>.

<La sorda non si tocca, Parker.>

<Come “non si tocca”? Ma sei impazzito? Quella ci ha traditi e tu vuoi lasciare correre? Ma lo sai che se si sparge la voce...>

<La sorda non si tocca, mi hai capito?!> gridò furioso <Sono io che do gli ordini qui, sono stato chiaro?>

Parker Robbins annuì, poco convinto.

<Quanto a quel dannato Vendicatore non ti preoccupare. Ho in mente un piano per occuparmi di lui....>

 

 

Le Note

 

 

1= Facendo un rapido calcolo, questo flashback è ambientato circa 10 anni fa del tempo Marvel: all’epoca la formazione era composta appunto da Capitan America, i gemelli mutanti Quicksilver e Scarlet e dal nostro burbero e intrattabile Occhio di Falco. Per renderla “moderna” ho pensato di aggiungere un dettaglio temporale reale e 10 anni fa il film del momento era appunto “Le Due Torri”.

 

2= Charles Joseph Whitman, per chi non lo sapesse, è il responsabile di una strage avvenuta l’1 agosto 1966 ad Austin, Texas: salì in cima alla torre dell’università del Texas e, armato di un fucile, sparò 46 colpi e causò la morte di 16 persone. Ben più famoso è senz’altro Lee Harvey Oswald,  noto per essere considerato l'assassino del Presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy. Entrambi appartenevano  al corpo dei Marines.

 

Carmelo Mobilia.